"Un bocòn mì, un bocòn tì, un bocòn al càn , ham!"


filastrocca che mi raccontava nonna, armata di tazza e cucchiaio, per rendermi più dolci i bocconi del cibo che non gradivo

lunedì 21 maggio 2012

La strana forma della felicità


Ci sono giornate un po' così, iniziano con qualcosa di insolito, non sai bene cos'è ma già quando ti alzi senti che c'è qualcosa di diverso. Vorresti provare ad ascoltare più attentamente certi pensieri, ma poi decidi che non ti và, che forse è meglio che ti sbrighi a svuotare il cestone della biancheria e a suddividere gli indumenti per colore per organizzare le lavatrici, e poi c'è la cucina da pulire a fondo e le lenzuola da stirare e i sacchetti dell'umido giusti da recuperare prima che ti facciano un altro richiamo. E mentre passi l'aspirapolvere dedici che il salotto lo tieni per ultimo perché ti vuoi concentrare sulla cucina e sul bagno, perché hai l'esigenza di un pavimento da lavare senza preoccuparti di essere delicato, perché speri che quei retrogusti di pensieri che ti girano per la testa senza definirsi possano sparire insieme allo sporco portato via dall'acqua bollente.
E poi non sai perché, ma oggi non riesci a sopportare lo spazio limitato delle mura di casa, e ti ritrovi in terrazzo a guardare il giardino sterminato dei vicini con il prato tagliato di fresco, con il vialetto ordinato, le aiuole perfette e piene di fiori colorati e all'improvviso provi un fastidio insensato perché avresti voglia soltanto di disperdere lo sguardo in un orizzonte più libero, magari anche un po' caotico, qualcosa che possa distrarti completamente da pensieri non ancora definiti ma che continuano ad occuparti la mente come un tarlo che consuma legno poco a poco.
Poi scopri, senza entusiasmo, che proprio oggi le formiche hanno deciso di fare la loro apparizione annuale tentando di colonizzare per l'ennesima volta il tuo salotto, concentrandosi in particolar modo sullo spazio tra il termosifone, l'angolo della libreria e il divano; Della serie, il posto più scomodo dove intervenire.
Maledette! Non avrò pietà di voi!
Dopo un'ora di formichicidio attuato in forma fisica e chimica, decido che ne ho abbastanza, che tanto vale complicarsi ulteriormente la giornata, quindi posso fare un giro a trovare i miei, dal momento che non mi vedono da più di un mese.
 

Chissà, forse anche sorella media e sorella piccola hanno avuto il loro bel d'affare con le formiche oggi, perché quando arrivo dai miei le trovo lì, e ultimamente capita così raramente di incrociarsi.
Ci trovo anche nipote grande che, nell'ultimo anno, ho visto sempre più raramente: ogni volta che lo vedo è 10 centimetri più alto, ora è proprio un adolescente lungo, magro, alto e dinoccolato, con dei bellissimi capelli castano scuri lunghi e lisci e le spalle larghe e spigolose tipiche della mia famiglia. Ha la freschezza dei suoi quindici anni fatti da pochi giorni, uno sguardo tutto sommato sereno vista l'età, e la pelle già così bella abbronzata, e per questo un po' lo odio... 
Non me l'aspettavo, ma in quel momento ho provato per lui una sensazione che pensavo fosse esclusiva dei genitori, una sorta di orgoglio che non ha nessuna motivazione razionale; Insomma, ho dovuto far pace con certi nervosi che mi faceva venire mia madre quando faceva la parte della genitrice orgogliosa.
Attorno al tavolo sorelle, nipote, fratello, mamma, si stavano dividendo un bottino di guerra, un cestone di meravigliose ciliege rosse, ecco svelato il vero motivo della visita ai miei.
Così, tra una ciliegia e l'altra, l'ultimo gossip famigliare e di vicinato, le parole si sono un po' sciolte così come i pensieri e qualche groppo alla gola che non voleva scendere.
Poi sono andato nel frutteto a scegliere le mie ciliege, perché mica mi accontento di quelle del mucchio, io le seleziono manco fossero i diamanti delle gioiellerie di Anversa. Per un po' ho riempito il cesto raccogliendo dai rami più bassi, poi mi son rotto le scatole, ho mollato il cesto e ho deciso di rispolverare il dna campagnolo, così mi sono arrampicato sull'albero con l'intenzione di scegliermi le cilege migliori e mangiarmele sul posto.
In quel momento i pensieri incerti si sono sciolti, mano a mano che salivo conquistavo un pezzo di cielo che vedevo racchiuso tra rami carichi di foglie di un verde intenso e ciliege rosse che assaporavo senza ritegno, mai sazio, quelle più in alto sembravano le migliori ed io non mi sono fermato finché non sono arrivato in cima.
Ed è stato lì che ho pensato che la felicità è come guardare il mondo dall'alto di un albero carico di ciliege; All'orizzonte il sole del tardo pomeriggio che riscalda senza infastidire, e l'aria leggera che accarezza il viso e ti fa sentire libero. Spicchi di cielo azzurro tra rami verdi e frutti rossi, il prato di erba fresca se guardi in basso e più in là  il profilo delle montagne azzurre. Come se tutto il mondo fosse racchiuso lì, a portata di mano e di occhi.
Io vorrei che ogni persona, ma soprattutto ogni bambino, potesse provare un'esperienza simile.
Ho alle spalle un lungo periodo difficile di cui faccio fatica a condividere i sentimenti provati, con qualche strascico che ancora si fa sentire, ma so che ho lasciato sulla cima di quell'albero le nuvole più scure che poi ha disperso il vento. In cambio mi sono riempito la pancia di ciliege, ma ce n'erano così tante di belle che mi dispiaceva lasciarle, il cestino però era giù, ai piedi dell'albero, e l'unica soluzione è stata riempirmi le tasche come quando ero bambino e immancabilmente mi macchiavo di rosso. Ma ora sono cresciuto e i pantaloni militari con i maxi tasconi sono un mezzo di straporto migliore. Certo, scendere zavorrato non è stata un passeggiata, ma il dna campagnolo ha aiutato.

La ricetta: è solo un'indicazione, sto sperimentando varie soluzioni d'uso improprio della pasta madre, ma nelle versioni dolci probabilmente devo cambiare le proporzioni perché il restrogusto di pasta madre è un po' troppo preminente, ma nel complesso non l'ho trovata male. 
Come definirli, delle tortine o maxy muffins alla ciliegia? fave voi come preferite, questi di seguito per curiosità gli ingredienti che ho usato.


-400 gr di pasta madre
-1 cucchiaio di farina
-1 cucchiao di amido di mais (Maizena)
-1 uovo
-1 pizzico di sale
-50 gr di succo di mele
-1 cucchiaio di zucchero
-200 gr di ciliege snocciolate
-1 cucchiaino di bicarbonato
-1 cucchiaino di lievito x dolci
-1 cucchiaio d'olio di semi






Ho lavorato subito la pasta madre con il cucchiaino di bicarbonato per abbattere parte dell'acidità, la pasta madre era da rinfrescare, poi di seguito ho aggiunto il succo di mela e l'uovo. Ho mescolato bene con una spatola e poi ho incorporato il sale, lo zucchero e le farine per regolare l'idratazione dell'impasto. L'uso dell'amido di mais è stato fatto appositamente per evitare che il dolce cotto fosse troppo bagnato.
da ultimi ho incorporato il lievito, l'olio e le ciliege.
Ho imburrato e infarinato 4 cocottine e ho diviso l'impasto in parti uguali. Prima di infornare ho spolvereato la parte superiore dell'impasto con zucchero semolato
Ho cotto in microonde con piattto crips/pizza per 7 minuti più 4 minuti di riposo.


L'impasto è compatto, umidificato dalle ciliege, lievemente dolce. La parte interessante è la crosticina dolce che si forma sulla cupola, regala quel giusto contrasto di texture con l'interno morbido e soprattutto quell'unica nota veramente dolce che non infastidisce. da migliorare sicuramente ma come tentativo non l'ho trovato male. Abbasserei a metà la quatità di pasta madre , alzando invece quella della farina fresca per smorzare un po' il sapore tipico della pasta madre pura che sta meglio con il salato che con il dolce.



Ero un po' indeciso se pubblicare questo post, è in stand-by da sabato/domenica, i fatti di cronaca di questi giorni hanno conquistato la nostra attenzione su argomenti seri e drammatici e parlare della felicità delle piccole cose in questi frangenti mi sembrava un po' indelicato. Poi però, ripensandoci, ho convenuto che sono proprio i fatti più gravi che ci dovrebbero far apprezzare maggiormente le cose veramente importanti della vita, e che vanno tenute strette come tesori i momenti positivi.
A volte è un abbraccio, altre volte un aiuto inaspettato, possono essere delle parole di carta sulle ali lievi di un uccello, non c'è un'unica forma, ognuno trova la sua.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Gabbiani - Vincenzo Cardarelli

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.

Che gioia la serenità che si respira in questo post..., ma quanti pensieri fa nascere...
L.

La_rouge ha detto...

E bene hai fatto a scrivere, mi hai riempito il cuore del rosso ciliegia, e del tuo cuore.
Bentornato.

accantoalcamino ha detto...

Finalmente Asa, posso perdermi nei tuoi racconti, e l'"uso improprio" che fai della pasta madre lo trovo innovativo, giovane e fresco,perfetto per ricominciare, per rinnovare, per ritrovare l'entusiasmo delle cose semplici come sono anche le pulizie di casa o la contemplazione del giardino altrui o l'osservazione attenta della famiglia, certezza assoluta, almeno la tua mi sembra proprio "La Famiglia" come la intendo io...ti abbraccio forte Asa, con tanto affetto e stima, come sempre, ciao.

Carlo ha detto...

Dopo leggo iol post, ora non posso, ma tanta è la gioia di ritroarti ancora che un saluto te lo devo mandare immediatamente! A presto e non sparire più :)
Carlo

Asa_Ashel ha detto...

@L.
@La_rouge
@accantoalcamino
@Carlo
... felicità è sapere che le persone che stimo ci sono sempre, anche quando non ho niente da dare in cambio. Grazie.

Anonimo ha detto...

Anche fosse che tu debba qualcosa in cambio, cosa che non credo vera, direi che godi di ampio credito.
L.

luce ha detto...

...nel marasma che stiamo vivendo post come questi danno un po' di quiete.
Grazie

Rosa ha detto...

La raccolta, la scalata, lo sciogliersi di tutti i nodi... Che meraviglioso racconto :*

Anonimo ha detto...

Nonostante le ore piccole di questi giorni per preparare la festa di compleanno di Figlia Grande, non ho potuto esimermi da una prova, e non solo per la curiosità di assaggiare.
Al primo tentativo ho usato bicarbonato e lievito per dolci (mai fatto prima con la pasta madre), ma ho sbagliato le dosi, perché si avvertiva un fastidioso pizzicore di fondo. Al tentativo successivo ho omesso entrambi e il risultato è stato davvero piacevole, anche se ad occhio assomigliava più ad un pane dolce che non alle tue tortine.
Ciao,
L.

Asa_Ashel ha detto...

@luce
@rosa
ciao carissime, grazie dei bellissimi commenti che avete lasciato, un abbraccio.
@L
effettivamente hai ragione, è più un pan dolce che una tortina. Sul bicarbonato c'è da dire che io l'ho usato perché la mia pasta madre non era fresca, era ferma ormai da 7-8 giorni e quindi il retrogusto acido era piuttosto invadente, ecco, magari il cucchiaino che ho usato era scarso, non proprio pieno.
Ma se usi una pasta madre fresca non ce n'è bisogno, quindi hai fatto bene a riprovare senza.

Anonimo ha detto...

@Asa_Ashel
Anche la mia pasta madre era ferma da una settimana, ma io il bicarbonato non l'ho proprio mai usato. Di solito mi basta la farina nuova per regolare l'acidità dell'impasto.
Ciao.
L.

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