Avete presente quando i bambini imparano a fare una cosa nuova che fino a quel momento non erano riusciti a fare, non le cose complicate come fare il nodo con i lacci delle scarpe o andare in bicicletta senza le rotelline di sostegno, le cose semplici, tipo pronunciare una parola nuova che non conoscevano o scoprire che se schiacci un certo pulsante del telecomando riesci a cambiare canale alla tv.
Ecco, ieri mi sentivo così, anche oggi a dire il vero, perchè la sbornia non è ancora passata.
Ero così felice di essere riuscito a fare il gelato in casa senza la gelatiera, che poi è una cosa talmente semplice che sembra una scemata.
Lo so, voi che mi leggete, se ancora passate di qui - ma non vi biasimo se non lo fate più - già ci siete arrivati da molto tempo, ma io son fatto così, le cose le devo fare decantare in testa manco le nozioni che raccolgo e studio fossero vino da invecchiare.
Ma non me la prendo per queste esperienze tardive, è successo come con la marmellata, me ne sono tenuto lontano per un sacco di tempo, poi, quando evidentemente io ero pronto a recepire ed ero nello stato d'animo giusto, ho iniziato a marmellatare e sperimentare abbinamenti e cotture con trasporto e passione. Dopodichè si è chiuso come un ciclo, non ho più fatto marmellate però ho scoperto le composte, che sembrano simili, ma non lo sono, perchè la disposizione d'animo e il tempo richiesto per accostarcisi è completamente diverso dalle confetture.
E del gelato che dire? Io adoro il gelato, quando ho voglia di premiarmi passo dalla mia gelatara di fiducia, che mi parla con fare confidenziale manco fosse la mia pusher, e mi regalo una vaschetta da 7 etti piena di gelato alle creme varie uno più calorico dell'altro, e me lo sbafo tutto da solo con soddisfazione, al posto della cena magari, giusto per non fare troppi danni.
Ne tengo sempre nel freezer anche d'inverno, perchè, soprattutto dopo cena, se non finisco con qualcosa di dolce divento intrattabile, ché io piuttosto salto il pasto ma il dolce no.
Ma da bravo calcolatoredicaloriedaabbattereilpiùpossibile, organizzo i miei pasti lasciando un po' di spazio anche per i dolci.
Ho sempre pensato che fosse complicato farlo, almeno così me lo hanno fatto intendere molte persone, che ci volessero per forza macchinari specifici e costosi per ottenere, non dico un risultato professionale, ma almeno uno abbastanza decente da essere considerato un gelato.
Poi l'anno scorso ho incrociato questo librone con una bella copertina invitante dedicato al gelato da fare in casa e l'ho comprato, sognando di poter preparare presto qualcosa di buono.
Ma, come vi scrivevo poco sopra, se non sono dell'umore giusto non c'è niente da fare, la mente apprende i dati senza analizzarli, senza quella curiosità che mi spinge a girare la pagina successiva e a fare voli pindarici su possibili personalizzazioni. L'anno scorso non era il momento giusto, c'era qualcos'altro che mi impegnava la mente e non mi lasciava la serenità necessaria per accostarmi a questa cosa.
Fino a sabato sera, e poi ancora peggio domenica mattina, gelato finito, nessuna voglia di uscire a comprarlo ma tanta voglia di sporcarmi le mani. Quindi vai di libro a gogò.
E, come sempre quando mi capitano queste voglie impellenti, con la dispensa che non aveva nessuna voglia di collaborare per aiutarmi a fare un gelato come si deve.
Mi servivano 4 tuorli, ma io ho solo due uova, poco male, farò lo stesso.
E' preferibile il latte parzialmente scremato, così dice il libro, ed io in casa ho solo latte intero che se non mi sbrigo ad usare devo buttare via, vista la data di scadenza che si avvicina.
La panna, importantissimo, dev'essere di ottima qualità e fresca, perchè con le altre il risultato non è lo stesso, e assolutamente da evitare la panna UHT.
Secondo voi cosa avevo in casa io?
Volendo partire con una base classica avevo optato per la crema che, tradizionalmente, andrebbe aromatizzata con la vaniglia, in bacca o in essenza. Ovviamente niente di tutto questo, ed è per questo che ho optato per aromatizzare il mio latte con del the alla vaniglia. Non ci avrei sperato troppo, ma ha fatto il suo sporco lavoro.
L'unico ingrediente che non mi ha tradito è stato lo zucchero, quello ce l'ho in almeno 5 diversi tipi, semolato, al velo, di canna, liquido, di mele, in granella ecc. Avevo l'imbarazzo della scelta!
Per concludere ho usato meno uova e meno panna rispetto alla ricetta originale, e ora che l'ho assaggiato, con soddisfazione, direi che si potrebbe abbassare anche la quantità di zucchero.
Dopo la prima fase di congelamento l'ho passato con le fruste elettriche per rompere i cristalli di ghiaccio e ho deciso di variegarlo con la Crema di Pesca, abbinamento che stra-adoro (se qualcuno mi si avvicina mentre sto mangiando questo gelato rischia la vita). In questo modo l'acidità della frutta ha stemperato la leziosità della crema e il risultato l'ho trovato perfetto.
Niente ricetta per ora, prima vorrei provarlo con tutti gli ingredienti originali, ma temo che sarà un po' troppo pannoso per i miei gusti, e questo pregiudizio mi viene anche dal fatto che l'autrice del libro è un'americana.
Dopodichè proverò sicuramente la versione con la purea di frutta e vediamo anche di usare lo yogurt o la ricotta la posto della panna.
Voi che mi leggete e che sicuramente avete già sperimentato un sacco, cosa mi consigliate?
e cosa me ne faccio ora dei due albumi?
P.S. La composizione della ciotola è stata fatta porzionando il gelato con lo scavino da melone, in questo modo con le palline piccole il gelato sembra di più, perché per le foto ormai ne restava poco.