"Un bocòn mì, un bocòn tì, un bocòn al càn , ham!"


filastrocca che mi raccontava nonna, armata di tazza e cucchiaio, per rendermi più dolci i bocconi del cibo che non gradivo
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giovedì 10 dicembre 2009

Torta ai cachi



Mi sorprende sempre, in queste giornate grigie, uggiose e piovose, aprire le finestre al mattino ed essere colpito dal bellissimo color arancio dei frutti dell'albero dei cachi. Non amo particolarmente questo frutto, che va consumato maturo altrimenti se è ancora acerbo allappa, non tanto per il sapore in sè ma per la consistenza della polpa che mi ricorda molto il tuorlo d'uovo con poco albume, ed è proprio a questo che ho pensato quando preparavo questo dolce e mi chiedevo come mai le componenti liquide e grasse pure fossero così basse. Quando schiacci la polpa con una forchetta sembra quasi dell'uovo sbattuto. Mi sono ispirato per questo dolce ad una ricetta trovata in rete delle quale però ho perso i dati per risalire all'autore, se qualcuno dovesse risconoscerla segnalatemelo, sarò felice di inserire il link al post originario.
La ricetta è ottimale per una tortiera da 26 cm di diametro.

Aggiornamento 15 dicembre: la ricetta originale è di Marifra79 e la trovate sul suo interessantissimo blog menta e liquirizia, assieme a tante altre belle ricette. Questa è la sua.


Ingredienti


-300 gr. di farina 00
-150 gr. di zucchero
-2 uova
-50 ml di olio di semi
-2 cucchiai succo d'arancia
-1 bustina di lievito
-mezzo cucchiaino di sale
-400 gr circa di cachi (3 frutti medi)



 E' un dolce semplice con pochi ingredienti, veloce da preparare, resta bello morbido per giorni se ben protetto. L'unica accortezza è quello di usare dei cachi ben maturi, in questo modo il retrogusto sarà più marcato. Rispetto alla ricetta originale ho abbassato la quantità di zucchero, visto che i cachi sono frutti comunque dolci di loro, omesso la scorza di limone a favore di 2 cucchiai di succo d'arancia, e abbassato, per errore, la quantità di olio, non essendomi accorto che la misura era in grammi, corrispondente quindi a 75 ml circa. A me non dispiace il risultato, ma se lo volete più umido (e forse più morbido) portatelo pure alle quantità originali.
Lavare e sbucciare i cachi, e schiacciare con la forchetta la polpa. Io ho fatto anche un secondo passaggio con il mixer ad immersione, ma giusto per amalgamare il tutto perché c'erano alcune parti un po' più acerbe.
Sbattere con le fruste elettriche le uova con lo zucchero fino a quando diventa un composto chiaro e spumoso, aggiungere l'olio e il sale. Versare la polpa di cachi e mescolare ancora un po' con le fruste.
Unire la farina precedentemente setacciata con il lievito e amalgamare bene il tutto mescolando con un cucchiaio, aggiungere a questo punto 2 o 3 cucchiai di succo d'arancia a seconda di quanto compatto è l'impasto. Imburrare e infarinare la tortiera e cuocere a forno già caldo a 180° per circa 40 minuti, regolatevi con il colore che dev'essere dorato e fate la prova stecchino.
In microonde con piatto crips-pizza per 9 minuti, 3 minuti di riposo più altri 2 per terminare la cottura e doratura. Attenzione a non seccarlo troppo.
Una volta raffreddato, a piacere, cospargere di zucchero a velo.
Con questi ingredienti il dolce cotto pesa circa 900 gr,  per 100 gr il valore è di 250 calorie, ottimale una fetta da 75 gr (circa 5-6 cm nella parte larga) per un valore di circa 190 calorie.

martedì 1 dicembre 2009

Ciambella al melograno



Sottotitolo: vista, reinterpretata, fatta e mangiata.
Questa è una di quelle ricette che mi colpiscono per la semplicità del procedimento e perché è personalizzabile in tutti i modi a patto di conservare alcune proporzioni tra gli ingredienti.
L'ho vista ieri sera dalla carissima  Barbara di Salt and Cocoa nella sua versione alla Vaniglia e Cannella, liberamente tratta ed intrepretata da quella gluten free di La Gaia Celiaca, aromatizzata nel suo caso all'arancia e strutturata con una seriedi ingredienti studiati appositamente per i celiachi. Mi capita spesso di curiosare nei blog che si occupano in particolar modo di alimentazione dedicata ad intolleranti a vari componenti, perché spesso trovo suggerimenti e dritte nell'uso di ingredienti poco usati o che non conosco, e dal momento che mi piace sperimentare ho la possibilità, prima di farlo,  di prepararmi sull'ingrediente che voglio provare.
Da queste ricette ho preso più che altro l'idea del mix di farine diverse, e le proporzioni tra liquidi, grassi e secchi, dopodichè ho rivisto il tutto in base ai miei gusti e il risultato è stato questo.

Ingredienti:

-200 gr farina 00
-100 gr. farina di Farro
-125 gr. zucchero di canna
-25 gr. zucchero semolato
-75 ml olio di semi
-225 gr. yogurt magro
-2 uova medie
-1 bustina di lievito
-mezzo cucchiaino di sale
-succo di 1 melograno




Setacciare in una ciotola capiente le farine, gli zuccheri, e il lievito, aggiungere il sale e mescolare bene gli ingredienti secchi tra loro delicatamente. Unirvi lo yogurt, le uova e l'olio di semi, mescolare bene fino ad ottenere un composto ben amalgamato. L'impasto dovrebbe restare un po' liquido, per questo ho aggiunto 3 cucchiai di succo di melograno. Versare in uno stampo imburrato ed infornare a forno preriscaldato a 180° per 40 minuti se usate il forno normale, nel mio caso in microonde per 9-10 minuti. Alla prova stecchino è preferibile che l'impasto non sia del tutto secco. Spegnere e lasciare raffreddare in forno per 5 minuti.
Preparare con il melograno un succo (si spreme sullo spremiagrumi come fosse un'arancia), e filtrare con colino a maglie fitte.
Una volta tolto il dolce dal forno buccherellare la superficie in modo che attraverso i fori arrivi all'interno parte del succo che si verserà sopra.
Il risultato è strepitoso, un dolce morbidissimo come una coccola, con questo sentore di melograno che gli dà la nota di colore. L'unica perplessità che ho è proprio sulla tecnica per amalgamare il succo, vorrei trovare un'alternativa per poterlo unire in un modo più uniforme e possibilmente più delicatamente, in modo che non restino umidi certe parti dell'impasto. Stavo pensanto ad una boccetta con spray, qualcuno di voi ha mai provato?
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Aggiornamento del 3 dicembre 2009
Per il succo credo di aver risolto, ieri ho fatto un'altra versione con the alla vaniglia infuso nel succo d'arancia (non avevo la vaniglia purtroppo), addensandolo leggermente con due cucchiaini di zucchero di canna (ho evitato lo zucchero a velo per non modificare troppo il sapore). La soluzione tecnica è stata quella di usare il pennello in silicone per distribuire il liquido invece che il cucchiaio, in questo modo sono riuscito a versarlo in un modo uniforme e poco alla volta.

lunedì 9 novembre 2009

Torta di mele ferrarese del 1956



Sabato scorso mi ero organizzato per lavorare su una serie di lievitati e per approfittare dei tempi di lievitazione avevo pianificato anche una serie di dolci veloci da fare e infornare tra un riposo e l'altro nel super forno a legna di mamma. A causa di un braccio e soprattutto del polso incidentato, la cara genitrice non ha potuto fare da aiutante, ma questo non le ha impedito di fare la maestrina che infligge bacchettate ad ogni mio errore, in particolare quando mi accingevo a preparare l'impasto: "Te méni sempre a ravéxa", (mescoli sempre al contrario, per chi non capisse il veneto), è un errore che non riesco a correggere, e sono dell'idea che il tutto risalga al fatto che da mancino naturale sono stato gentilmente accompagnato ad usare la destra.
Tra le altre cose, lievitati, dolce alle mele e zucchero per mamma, ciambella alla banana e cena per tre, ho preparato questa buonissima e bellissima torta di mele dal sapore genuino che hanno tutti quei cibi fatti con ingredienti semplici ed essenziali. Arriva direttamente dal blog di Sigrid, notissima e bravissima foodblogger, autrice originale e irriverente del blog il cavolettto di Bruxelles. Ho seguito la ricetta passo passo  con una semplice variazione per la glassa di copertura. E' molto carina la storia che c'è dietro al nome di questa torta ed è per questo che vi rimando al link della ricetta originale per chi già non la conoscesse.
Il risultato è una torta non troppo dolce, a pasta quasi secca ma che si ammorbidisce grazie alla copertura fatta con le mele. Vi dicevo della modifica della glassa, che non è indispensabile ma fa sì che le mele non si secchino, Sigrid consigliava un mix di spremuta d'arancia, liquore all'arancia, acqua e miele. Non avendo trovato quasi niente nel reparto liquori di casa Bannet che facesse al caso, probabilmente era già passato fratello piccolo a spazzolare tutto, ho individuato all'ultimo momento e con sorpresa una bottiglia ancora integra di sciroppo d'amarena. Che dire, il risultato è stato favoloso e ha regalato alla torta qualche tocco di rosa finito nella pasta.

Ingredienti:
-4 mele medie
-180 gr. di farina 00
-150 gr di zucchero
-2 uova
-70 ml di latte
-buccia grattugiata di mezzo limone
-1 cucchiaino colmo di lievito per dolci
-25 gr di burro a ciuffetti prima di infornare


Sbattere a lungo lo zucchero con le uova fino ad ottenere un composto spumoso e chiaro aumentato di volume, aggiungere la farina, il latte, la buccia grattugiata di limone e il lievito. Versare in una pirofila di almeno 21 cm, io consiglio quella da 25, la pasta sarà un po' più bassa ma distribuirere meglio le mele tagliate a fettine sottili. Ho cotto in forno a 180-200° per circa 40 minuti e ho sfornato dopo aver fatto la prova con lo stecchino. Con la torta ancora calda ho spennellato la copertura di mele con una glassa leggera ottenuta facendo bollire per qualche minuto 3-4 cucchiai di succo d'arancia, 1 cucchiaio di acqua, 2 cucchiai di sciroppo di amarena e 1 cucchiaio di zucchero a velo per addensare.
E' un dolce poco calorico, l'apporto totale è di circa 1850 calorie, una fetta di 100 gr apporta circa 180 calorie. A colazione si può benissimo accompagnare con una bevanda e un altro frutto a piacere o uno yogurt.

venerdì 9 ottobre 2009

Torta di Mele affondate light



Domenica scorsa ho passato una bellissima giornata ospite di alcuni  amici, tra Valeggio sul Mincio e Volta Mantovana dove si trovano, tra le altre cose,  sterminate coltivazioni di alberi da frutto, pesche e kiwi in particolare, e vigne a perdita d'occhio. Dopo aver gustato un pranzo con meravigliosi prodotti locali, tortelli di zucca in primis, tortellini al brasato e altri con ricotta e spinaci, prodotti da un'azienda del posto sulla quale scriverò un post a parte perché merita veramente, e un gustosissimo riso alla mantovana con salsiccia di maiale stemperata in aceto balsamico e aromatizzata con rosmarino, abbiamo speso il pomeriggio a passeggiare tra i campi e le coltivazioni della zona. La giornata era bellissima, sole caldo e cielo terso, il posto tranquillo e la compagnia ottima, quello che ci vuole per scaricare un po' la tensione e seguire un ritmo più umano, riappropriandoci di quella lentezza naturale che ti trasmette la campagna quand'è al culmine della sua maturazione. Verso metà pomeriggio, armati di cestoni e contenitori vari, siamo passati da un loro conoscente che ha una proprietà dove si coltivano piante di mele di vario tipo. I frutti raccolti per la vendita devono seguire scrupolosamente degli standard di forma, colore e consistenza, e una grande parte dei frutti viene scartata e lasciata praticamente ai piedi delle piante: in certi casi, per alcune varietà, il guadagno del coltivatore è talmente basso che non conviene nememno fare la raccolta. Sono assurdità che, in un mondo dove ancora molte persone soffrono la fame, si fa fatica un po' a comprendere ma è un discorso complesso e non è questo il tema del post, ma mi premeva farlo notare. Fatto sta che siamo stati invitati a prenderci tutta la frutta che volevamo tra quella rimasta nei filari già sottoposti a raccolta. Un po' mi piangeva il cuore a vedere tutte queste mele buttate via, per cui ho cercato di prenderne il più possibile. Avevo la macchina che scoppiava, sembravo un fruttivendolo ambulante.
A spanne credo di aver portato a casa circa 200 kg di mele, aggratis, che poi ovviamente ho provveduto a distribuire ad amici e parenti, perché, anche volendo, non riuscirei mai a far fuori da solo tutta quella frutta.
Così da una settimana circa sia io che mamma ci sbizzarriamo per cercare alternative per consumare queste mele, soprattutto quelle che, a causa di qualche piccola ammaccatura necessitano di essere consumate a breve.
Le potenzialità della rete in questi casi si apprezzano molto, perché trovi tutti i suggerimenti e le idee di cui hai bisogno.Questa è in assoluto la prima torta di mele che preparo, l'ho elaborata partendo da una ricetta trovata nel blog di Paoletta di Anice e Cannella , ho cambiato un po' le dosi e qualche ingrediente per seguire di più i miei gusti personali (soprattutto in materia di contenuti calorici) e ne è nata questa ricetta.
Il risultato mi ha entusiasmato, è dolce soffice e gustosissima,  da un po' di tempo cerco di rispettare anche per questo tipo di dolci la regola dei muffins per cui non bisogna mescolare troppo l'impasto una volta versata la farina, altrimenti si sviluppa il glutine, in questo modo il dolce una volta cotto resterà morbidissimo.
La particolarità di questa versione è che la mela, oltre che come riempimento, è stata inserita nell'impasto e il tocco di zenzero, che ho deciso di aggiungere così all'improvviso, gli ha dato quel qualcosa in più che l'ha reso speciale.
AGGIORNAMENTO 1 NOVEMBRE 2009
Dopo aver provato questo dolce su forno tradizionale, segnalo tra parentesi le dosi che dovrebbero andare meglio,( io uso il microonde che tende a consumare di più i liquidi) per questo forno.
Questa la ricetta:

Ingredienti:
-2 uova
-125 gr. di zucchero
-200 gr di farina 00
-mezza bustina di lievito per dolci
-1 cucchiaino di zenzero in polvere
-mezzo cucchiaino di sale
-150 gr. di yogurt magro (125 gr)
-4 cucchiai di olio di semi (3 cucchiai)
-3 mele di medie dimensioni, 1 gratuggiata e due tagliate a fette grosse (mezza mela grattugiuata)
-cannella e zucchero da spolverizzare prima di infornare

Con lo sbattitore elettrico ho amalgamato bene le uova con lo zucchero, ho aggiunto l'olio, lo yogurt e la mela grattugiata. Frustare bene fino ad ottenere un composto spumoso ed aerato.
Aggiungere la farina, il lievito, lo zenzero, e il sale precedentemente setacciati e versare un po' alla volta, mescolando piano con un cucchiaio.
Versare il tutto in una tortiera di circa 22-25 cm , imburrata ed infarinata e affondare le mele precedentemente tagliate a fette grosse, disposte a raggiera-
Si spolvera di zucchero, cannella e, volendo, di qualche fiocchetto di burro.
Durante la cottura le mele affonderanno un po' e l'impasto si gonfierà tutto attorno creando un bellissimo effetto decorativo. Spolverare a piacere con zucchero a velo una volta raffreddato.
Io ho cotto il dolce in microonde con piatto crips/pizza, per 10 minuti circa.
Con il forno tradizionale usare la modalità cottura statica a 180/190° per 45 minuti circa.

Con queste dosi, e senza la copertura di zucchero a velo, il dolce apporta un contributo di 1912 calorie totali.
Suddiviso in 10 fette da circa 100 gr l'una si ottengono porzioni da meno di 200 calorie l'una.

martedì 1 settembre 2009

Ciambella alla banana

L'idea di questo dolce nasce da una ricetta per muffins letta su un blog qualche mese fa di cui però ho perso traccia (se qualcuno riconoscesse l'origine sarò lieto di indicare il link alla pagina web), ed ho voluto sfruttarla perché avevo due banane ben mature da consumare il prima possibile. Non avevo mai usato la banana per arricchire l'impasto e il risultato finale mi ha piacevolmente sorpreso, perché permane un'aroma di banana sia come sapore che come profumo che si amalgama alla perfezione al resto. Ho fatto questo dolce due volte, la prima seguendo quasi del tutto la ricetta originale, la seconda apportando le modifiche che ritenevo necessarie per seguire i miei gusti ed è di quest'ultima che riporto la ricetta.
Il nome ciambella forse è improprio, diciamo che ho voluto ovviare al solito problema della cottura in microonde che tende a cuocere poco al centro: ho improvvisato una soluzione inserendo un bicchiere vuoto al centro della tortiera ma per la prossima volta ho già comprato lo stampo regolare. Per queste dosi ho usato una tortiera da 25 cm di diametro.

Ingredienti:
-250 gr. di farina  (ho mixato metà 00 per dolci e metà Manitoba)
-100 gr. di burro ammorbidito
-100 gr. di zucchero (si può arrivare fino a 125 gr se lo preferite più dolce)
-2 uova
-150 gr. di yogurt magro naturale
-3 cucchiaini di lievito
-1 chucchiaino scarso di sale
-scorza di 1 limone grattugiato (io ho preferito non metterlo)
-2 banane mature non troppo grandi (circa 200 gr.)


Frullare, con il frullatore ad immersione, le banane con lo yogurt magro.
Montare con lo sbattitore elettrico lo zucchero con il burro ammorbidito fino ad ottenere una crema omogenea. Aggiungere i tuorli uno alla volta e di seguito il frullato alla banana e la scorza di limone. Amalgamare bene il tutto. Incorporare bene la farina setacciata con il lievito e il sale e da ultimi gli albumi montati a neve ferma, mescolando dall'alto al basso facendo attenzione a non smontarli.
 Versare l'impasto nella tortiera ed infornare: con il microonde 10-12 minuti con piatto pizza-crips, in forno tradizionale a 180° ma per il tempo non posso darvi un'indicazione precisa, dovrebbe essere circa 35 minuti ma fate per sicurezza la prova stecchino.
Volendo di potrebbe spolverare della farina di cocco molto sottile, io ho preferito lasciarla così perché adoro le tonalità aranciate del colore della pasta cotta.



















Il dolce cotto pesa circa 850 gr ed ha un apporto calorico totale di 2315 calorie. E' consigliabile fare porzioni di circa 75 gr , in questo modo usciranno all'incirca 11-12 fette da 200 calorie ogniuna.

lunedì 24 agosto 2009

Torta Girasole

Non so come succeda agli altri, non so se c'è un metodo corretto e filologico per accostarsi all'arte del cucinare, per me è stato un passaggio prima di tutto pratico, vivo da solo da quasi 9 anni, e solo negli ultimi anni mi sono lasciato prendere da una serie di lacci invisibili ma molto resistenti e poco alla volta mi sorprendevo a soffermarmi su un metodo di cottura, sulle qualità di un ingrediente, sulla scelta degli abbinamenti tra sapori che avessero una certa coerenza tra loro. Ma so esattamente a quando risale il momento esatto in cui ho iniziato a preparare dolci, precisamente dei muffins.E' stato nell'estate di due anni fa, si era concluso un legame affettivo molto importante che mi aveva fatto capire molto sulla mia capacità di amare e relazionarmi. Quando un legame si spezza non se ne va solo l'altra persona, ma si porta via anche la parte di te che era nata con la coppia, quel noi che sostituiva il tu ed io.
Ho iniziato a preparare dolci per riempire un vuoto nell'anima, mi permettevano allo stesso tempo di rilassarmi e di far viaggiare i pensieri verso luoghi neutri e di vedere nascere qualcosa dalle mie mani che mi nutriva con note di sapore dolci stemperando l'amaro che sentivo in fondo alla gola.
Erano note di nocciola, carota e arancia con tutti i colori del sole.
Questa ricetta parte da quei muffins, avrebbe dovuto essere semplicemente una torta con carote e nocciole, ma in corso d'opera, per gli ingredienti mancanti e improvvise voglie da novello sperimentatore è diventata una cosa diversa trasformando un problema tecnico in una caratteristica di questo dolce. E' un po' più calorica di quello che avrebbe dovuto essere, ma se studiate bene i vostri pasti riuscirete a farci entrare anche una porzione di questo dolce dal sapore particolare e dalla grana intrigante.

Ingredienti pasta:
-100 gr. zucchero
-100 gr. farina 00
-3 uova
-300 gr. di carote grattugiate
-75-100 gr. di nocciole tritate finemente
-2 cucchiai olio e.v.o.
-3 cucchiaini lievito
-mezzo cucchiaino bicarbonato
-1 cucchiaino raso di sale
-1 fialetta aroma arancia o buccia grattuggiata

Ingredienti per la glassa: (facoltativa)
-125gr zucchero a velo
-4-5 cucchiai succo ACE




La scelta sulle quantità di nocciole dipende dalle preferenze personali, più se ne mettono e più sarà prevalente il loro aroma rispetto alle carote, io tollero poco la frutta secca quindi cerco di metterne meno anche perchè, se teniamo conto delle calorie, la differenza si nota, 490 per 75 gr. contro le 655 dei 100 gr.
In questo caso ho fatto una piccola modifica alla ricetta, perché ho scoperto troppo tardi che avevo soltanto 2 uova e pochissimo lievito, quindi ho tagliato la farina con un quarto di frumina e ho aggiunto come liquidi 4 cucchiai di succo ACE per compensare parte dell'uovo mancante.
Si sbattono bene le uova con lo zucchero, si aggiunge aroma o la scorza grattugiata, l'olio, le nocciole, la farina settacciata con il lievito il sale e il bicarbonato e da ultime le carote. L' impasto sarà più fluido e meno denso di una torta classica e anche una volta cotto resterà morbido e lievemente umido questo per l'alta quantità delle carote e le nocciole. Ho cotto in microonde con il piatto pizza con tempo più lungo del solito, circa 14 minuti e per ovviare al problema della parte centrale che stenta a cuocere gli ultimi 3 minuti ho cotto coprendo il dolce con della carta da forno a cui avevo praticato un foro al centro largo circa 7 cm.
L'unico problema è che il dolce avrà la forma di un vulcano, ma questo, insieme al bordo irregolare dovuto sempre alla carta da forno sulla base della tortiera, mi ha dato l'idea del girasole. Inizialmente non avevo intenzione di coprirlo di glassa, ma solo con un po' di zucchero a velo: mentre stavo cercando delle indicazioni sulla confezione dello zucchero mi è caduto l'occhio sulla ricetta della glassa, semplicemente stemperando la polvere in qualche cucchiaio di acqua. E perché non stemperarlo nel succo ACE ? magari viene anche bello colorato. Detto fatto, appena la torta si è raffreddata ho preparato la glassa, passandola 10 secondi anche al microonde per sciogliere meglio il tutto. Ok, avrò un sacco di calorie superflue, ma che goduria, e quel retrogusto velato di succo ace mi è piaciuto tantissimo.
E' un dolce morbido che ti sorprende mano a mano che lo mangi, con questo mix di morbidezza delle carote e di croccantezza delle nocciole, la glassa forse tende a rubare troppo la scena ed è per questo che vi consiglio di provarlo anche senza.
La torta che ho fatto io con 100 gr di nocciole pesa circa 700 gr per un totale di 2294 calorie divise per 8 fette da circa 90 gr. fanno quindi 286 calorie a porzione.
Senza glassa arriviamo a 1820 calorie totali e 227 a porzione, e con 75 gr di nocciole 1720 : 8 = 215

venerdì 14 agosto 2009

Quatre agli agrumi in modalità Bionda Svaporata

Qualche anno fa, quando mi sono trasferito nella casa dove vivo ora, lavoravo ancora come dipendente, uscivo di casa al mattino presto e rientravo alla sera tardi, a casa quindi facevo la colazione che per me è il pasto più importante e, qualche volta, la cena. Insomma, non avrei sfruttato più di tanto la cucina, così quando scelsi mobili ed elettrodomestici scartai il forno tradizionale e presi quello a microonde. Un po' di tempo dopo sono diventato un libero professionista, lavoro a casa e per questo quasi tutti i miei pasti li preparo da me, nella mia cucina, che poco a poco si è riempita di tutti quegli strumenti che si usano quando si comincia a sperimentare ingredienti, ricette, metodi di cottura. Qualcosa manca ancora, e ne capisco a fondo la necessità quando mi trovo a sperimentare ricette che ne richiedono l'utilizzo, l'ultimo in ordine di tempo, lo sbattitore elettrico. A causa della mancanza del forno tradizionale ho sempre evitato di preparare certe pietanze, soprattutto dopo aver fatto brutte esperienze con alcune preparazioni, i risultati non sono ottimali, i tempi di cottura sono tutti da sperimentare insieme alle varie funzioni che cambiano da forno a forno, senza dimenticare che le microonde cuociono bene ai lati e poco al centro. Insomma, evitavo di fare alcuni dolci tipo le torte a pasta morbida che adoro.
Pochi giorni fa leggevo attentamente il libretto delle istruzioni del mio forno e una serie di passaggi mi hanno illuminato su come ovviare a certe problematiche, così decido di preparare una torta da portare alla festa di compleanno di papà, anche se sicuramente avrebbe dovuto subire una marea di confronti con tutti i dolci preparati da mamma che come suo solito non si sarebbe accontentata di fare poche giuste cose, ma di esagerare.
Ci penso bene per due giorni, leggo e confronto una serie di ricette e controllo se ho tutti gli ingredienti, poi alla fine decido di fare l'unica torta che non avevo preso in considerazione, sicuro comunque di avere tutto il necessario per prepararla. E qui inizia l'avventura.
Avete presente quei momenti in cui vi scatta la voglia di fare una cosa e poi vi accorgete che vi mancano metà delle cose necessarie per farla? Ecco, è successo esattamente quello.
La torta scelta arriva direttamente dal blog di Paoletta, Anice&Cannella, ed è la Quatre agli agrumi. (vedi link per gli ingredienti)
Sapevo già di non avere la vaniglia, ma questa mi pareva un dettaglio di secondaria importanza, mentre ho scoperto quando ho cercato tutti gli altri ingredienti che non avevo neanche gli agrumi, manco un mezzo limone rimasto in frigo per sbaglio, nada de nada.
E ora che faccio, io volevo fare la quatre agli agrumi!
Vediamo un po' con che cosa posso sostituirli, ma cosa vedo lì in frigo tutto bello ancora chiuso, un succo concentrato di arancia!. Toh, ci sarebbe anche il succo A.C.E. , magari viene un po' più dolce. No, forse non è il caso di sconvolgere troppo la ricetta.
Allora vediamo un po' cosa dice, 4 uova, ok, lo stesso peso in zucchero, ok, lo stesso in burro ok, quello ce l'ho senz'altro visto che non lo uso quasi mai, farina , lievito sale, ok ho tutto.
Pesiamo le quattro belle uova del pollaio very biologico di mamma Bannet, chiamata affettuosamente per questo motivo dai nipotini Nonna Coca, dove coca sta per abbreviazione di coccodè e non di polvere bianca; 225 gr, bene, pesiamo il resto.
225 grammi!!
Io non uso 225 grammi di burro manco morto, fanno 1705 calorie in gran parte di grassi, sono più del mio consumo calorico giornaliero.
Certo, la torta non dovrei mangiarmela tutta io, quindi potrei anche lasciarlo tutto 'sto burro.
Ok, togliamo un uovo e ripesiamo il resto: 175 gr, si, è ragionevole, approvato.
-Lavorare i tuorli con lo zucchero fino a quando saranno diventati bianchi e spumosi-
Sembra facile, proviamo, zucchero, torl, tuuuorrr, brutto maledetto!!
Ecco, credo che sia stato quello il momento in cui il mio cervello e le mie mani sono passati in modalità Bionda Svaporata, la maledizione della rottura delle uova ha colpito anche questa volta, lo confesso, quell'operazione è la mia bestia nera.
Separo, non senza difficoltà e incidenti vari, gli albumi dai tuorli e verso questi ultimi nella ciotola con lo zucchero. Prendo il mio bellissimo sbattitore MANUALE, chiamato volgarmente frusta, e inizio a mescol, eahm, ma che succede, non riesco a muovere niente qui, sembra cemento a presa rapida, ecco a cosa serviva lo sbattitore elettrico, pensa la Bionda Svaporata che è in me. Nessuna paura, ho il robottino che uso per tritare, se cambio le lame e metto le pale dovrebbe funzionare, la panna montata viene divinamente.
Crrr, sbuff... forse era meglio se tenevo le lame, mannaggia che dura sta roba, e se aggiungessi un po' di albume giusto per renderla un po' più scivolosa, ecco si, mi aiuterò con un cucchiaino, ecco così, poco poco.
Ops!, è scivolato un albume intero, va beh, che vuoi che sia, tanto avrei dovuto aggiungerlo lo stesso. Ecco si, adesso inizia a girare 'sto coso, ma mi sembra ancora dura.
-Aggiungere il burro freddo, il sale la scorza grattugiata e il succo d'arancia-
Questa volta non mi freghi, non farò come lo zucchero, metterò un po' di burro alla volta, e poi non è neanche tanto freddo così si scioglie prima. Ma che orrore, ma è tutto viscido, ma come si fa ad usare questa roba, splach, toh!, lo butto dentro tutto.
Mannaggia che dura 'sta crema, quando avrò finito mi ritroverò con due braccione muscolose.
E se provassi con il mixer ad immersione, che idea!.
Già, la Bionda Svaporata è un vulcano di idee, di pessime idee.
Insomma, non so come spiegare la cosa, il mixer invece di fare il suo dovere muove si e no la crema qui e là, ma non la monta, non la fa diventare bionda e vaporosa, così ho pensato che forse, ecco, potrei allungare un po' di succo d'arancia e magari riesce ad andare in immersione meglio. Dunque, quanto sarà un succo di un'arancia e di un limone? 50-70ml? mi sembra poco e poi rischio che l'aroma di agrumi non si senta, meglio 150 ml và! Ecco, adesso gira 'sto farabutto, ma non mi sembra molto spumosa questa crema, invece di essere legata è a blocchi, meglio che la rimetta nel robottino e la mescoli con le pale. Si, eccola, adesso è bella e spumosa come dice Paoletta, e profuma pure d'arancia.
-Setacciare insieme la farina e il lievito e aggiungere a cucchiaiate continuando a mescolare-
Che faccio, setaccio la farina nella ciotola e poi metto tutto nel robottino con le pale o verso la crema nella ciotola? proviamo prima direttamente nel robottino. Setaccio, farina, bilancia, 175 gr, un cucchiaio, si si, monta bene, due cucchiai, ecco, te pareva se non dovevo versarne mezza fuori dal setaccio, ma che casino, e poi non ci sta tutta nel robottino, versiamola nella ciotola, si, però ne è rimasta attaccata mezza al bordo, aspetta, con la super spatola di silicone stacco tutto, splash, si ecco, devo allenarmi un po' di più a prendere la mira. Ecco bene, la farina c'è tutta, oddio, mi sono dimenticato di mescolarla al lievito, mannaggia, va beh, lo verso con il colino fine così si scioglie bene, ma con che cosa la mescolo? lo sbattitore MANUALE no, è un traditore, con il cucchiaio di acciaio, così raspo bene anche il fondo. Bene bene, cosa manca ancora?
-aggiungere con delicatezza gli albumi montati a neve-
Gli albumi sono qui nella ciotolina, uno in meno ma dovrebbero montare lo stesso, lavo bene le pale del robottino e verso tutto dentro. Che dubbio atroce, avevo pulito bene con la spatola ma forse era da lavare anche il robottino. Ma no, tanto poi devo mescolare tutto, pronti e via!
Che strano, com'è che non monta? Forse avrei dovuto mettere un pizzico di sale, aspetta che lo metto. Giro giro ma qui non monta niente, a me più che neve sembra albume disciolto, che sia per colpa del caldo? Giro un altro po' la manovella, vediamo se monta. Girr, girr, girr, questi albumi di diventare sodi non ne vogliono sapere, che fare, ho solo un altro uovo, ma è troppo poco. Va beh, mettiamo tutto nella ciotola, l'importante è non smontare l'altro impasto, anche se non sembra così sodo. Splash, piano piano senza smontare e adesso mettiamo il tutto nella tortiera, no, prima devo imburrarla e infarinarla. Il burro, bleah, è tutto molliccio e appiccicoso, un po' di farina, muoviamo su e giù come fa mamma, si ecco, mezza farina sul pavimento, preciso preciso, proprio come lei.
Dunque, versiamo l'impasto, piano piano, ecco, muoviamo un po' , livelliamo e mettiamo in forno.
Che strano, ora che tutto è nel forno mi sento diverso, un po' meno Bionda Svaporata, saranno stati i fumi tossici del burro.

Allora, in base ai miei calcoli e al peso dovrei far cuocere per 9-10 minuti ma non voglio rischiare di bruciare tutto quindi programmo per 8 minuti e nel caso allungo dopo. Pronti e via!
Di solito quando faccio cuocere i muffins in microonde levano e gonfiano che è una meraviglia, ma con altrettanta meraviglia smontano flaccidi quando termina la cottura, questo dolce lo sto cuocendo in modo diverso, ma sembra che levi poco, che abbia messo poco lievito?
Vediamo, sono già passati più di 4 minuti e mi sembra ancora tutto crudo, spero di non aver sbagliato del tutto la programmazione, ma guarda, comincia a colorare!
Ma che amore, guarda come leva, e che bellissimo colore caramellato, certo, il centro mi preoccupa un po', è più basso del bordo, spero che non resti crudo. Siamo a 6 minuti, il colore esterno mi sembra giusto stoppo un momento e controllo la cottura con lo stecchetto, ma prima lascio in riposo un minuto. Bene, fuori è quasi pronto ma al centro è ancora molto crudo e poi si sta creando una spaccatura, chissà perché. Vediamo che succede.
La crepa al centro si estende ancora, ma tu guarda, il centro di sta alzando, significa che la pasta spinge mano a mano che cuoce , spero che non cresca troppo, sembra un vulcano che sta per esplodere. Il tempo è scaduto ma allungherei di altri due minuti a bassa potenza. Ecco, sembra perfetto, se escludiamo la ferita centrale, ma poi magari con lo zucchero a velo sopra riesco a nasconderla, e poi magari la punta scende. Mettiamo a raffreddare.
Sniff, l'odore è buono ma non ho la più pallida idea di come sarà dentro, al limite quando arrivo alla festa faccio il primo assaggio e se proprio è pessima finisce tutto nel contenitore dell'umido.

Arriva l'ora di andare, il dolce è freddo e io mi trovo anche senza zucchero a velo, ecco, giusto per completare:poco male, mamma ne avrà una scorta maxy sicuramente.
Arrivo alla festa con la torta ben nascosta in un contenitore, la consegno a mamma minacciandola di morte violenta nel caso volesse fare un assaggio e lei in cambio mi lascia tra le braccia l'ultimo arrivato nella grande famiglia Bannet, pacciuccotto, biondoso e morbidoso. Me lo coccolo 10 minuti fino a quando vedo arrivare sorella grande + sorella piccola + più nipotina media con in mano una fetta di torta che assomiglia tanto a quella che avrei voluto fare io:
"Buona questa torta, ha una pasta strana ma è bella morbida, hai usato dell'arancia?".

Decido questo post a tuttE le Bionde Svaporate Inside che hanno gli attacchi di depressione ogni volta che aprono un blog dedicato alla cucina e pensano che: " no, io non ci riuscirò mai".
Lasciate meno spazio alle paranoie e date più voce alle ingenuità un po' incoscienti che sono dentro di voi, male che vada, dopo le arrabbiature, vi farete delle grasse risate.

Le foto orrende, come mio solito, sona tratte dal Manuale del Fotografo Imperfetto.